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Qui si vende storia

Questo libro è un doppio esercizio critico, condotto sul piano della scrittura drammaturgica e di quello della teoria letteraria, e che ha come bersaglio principale il New Italian Epic e alcune delle “mode” letterarie più invasive del momento. Gli autori, ognuno secondo la propria modalità espressivo-discorsiva, contestano che la letteratura sia concepibile soltanto all’interno delle maglie stritolanti del mercato editoriale, così come si pongono in conflittualità frontale con le forme più evidenti di intrattenimento, dal noir, al fantasy, al recupero della fiction impegnata o storica. Il libro si costituisce quindi come critica radicale del senso comune e, al contempo, come sperimentazione linguistica che si affida alla forza dirompente della parodia. Quel che conta, per gli autori, è la pratica “grottesca” della parola, il gesto profanatorio che istituisce il linguaggio come “rivolta disalienante”.

Qui si vende storia (file pdf)

“Il pensiero fa vermi. Ogni giorno ha la sua putrefazione nuova”. È la frase che Gàmbula mette in bocca allo Spettro di Marx, nel primo dei due blocchi che dividono Qui si vende storia. Un’affermazione che condensa il focus concettuale da cui muove questo libro bifronte – per metà farsa teatrale e per metà saggio socialetterario – scritto a due mani, a critica della New Italian Epic promossa da Wu Ming. Testo prezioso, non scontato, che recupera l’analisi marxiana partendo dalle riflessioni sul libro merce, per poi passare al libro moda, al fine di mostrare che la produzione del sapere, ai tempi del consumismo, non è affare facile da trattare per le ambiguità che comporta. In particolar modo quando il sapere critico viene promosso dai canali del sistema editoriale dominante. Come accade ai Wu Ming, scrittori militanti a sinistra pubblicati dall’industria editoriale di Silvio Berlusconi. Una bomba già disinnescata dalla natura stessa del medium, capace di ridurre la narrativa a puro intrattenimento Come salvarsi? Il saggio propone un ritorno alla sperimentazione linguistica, alla potenza della parodia, in grado, per natura, di proporre una versione meno ossificata della realtà, senza cadere nella trappola della trama a tutti i costi, proposta del NIE. Chi a ragione? Chi torto? Mah!
[Milton Rogas, in Pagina Uno, N. 23, Giugno-Settembre 2011]

Qui si vende storia (Una farsa proletaria, o un aborto di teatro epico), con un saggio di Francesco Muzzioli, Per una parodia rossa nell’epoca del ridicolo, Roma, Odradek edizioni, settembre 2010.

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