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Chi sono

La mia vocazione principale è il teatro. Sono tanti gli spettacoli realizzati in veste di attore e di autore, e insegno recitazione presso la scuola del Teatro Stabile di Verona. Svolgo anche una rigorosa ricerca teorica sull’arte dell’attore e, in particolare, sul rapporto tra la parola e la voce.

Ciò che mi stimola, e che sostiene la mia necessità, è l’idea che il fascino del teatro risiede nella presenza «intensa ed effimera» dell’attore. Questo è anche l’insegnamento principale dei miei laboratori. L’attore è l’elemento centrale dell’evento scenico. Sono le sue vibrazioni, la sua energia, anche la sua fragilità, ad attivare quella relazione tra scena e platea che chiamiamo teatro.

Penso inoltre che l’attore sia principalmente «un essere fonico». Gli spettacoli che realizzo, così come il particolare training che svolgo durante i laboratori sottolineano l’urgenza di una recitazione fondata sulla voce.

Oltre all’attività teatrale, pubblico poesie, drammi, saggi teorici e interventi critici, e ho la passione della fotografia. In questo sito sono presenti una serie di materiali che rappresentano il mio lavoro.

Mi occupo inoltre di progettazione di interventi formativi, di eventi culturali e di progettazione su bando di gara di servizi educativi e socioassistenziali, sia in ambito nazionale che europeo (→ Progetti).

Indice generale delle opere

Nato d’aprile, da padre operaio e madre casalinga. Famiglia sarda migrante. Scuole a Torino. Servizio militare, istruttore. Il tempo della poesia ruba tempo alla naja. Scrivo quaderni nelle pause degli spari. Frequento un covo di eretici esaltati, la Curva Maratona. Tento gli studi umanistici, mollo presto. Per caso entro in un teatro, fuggendo dai lacrimogeni. Comincia la passione. Febbre inesauribile. Teatro appreso per strada, in viaggio, in cantina, sul palco. Nevrosi da scena, malattia senza ospedale. Altra malattia inguaribile: la politica. Marxismo: nella sconfitta mi esalto. Scrivere e recitare creando la propria distruzione. Majakovskij. Brecht. Beckett. Poi libri autoprodotti, e spettacoli, sempre in disparte. Poi la scuola di teatro, per diventare grande. Ma Berlino è l’approdo, con la Medea di Heiner Muller. Passa il tempo. Sparisco dalle scene. Riappaio. Mi sbarazzo della tentazione del successo. Invento un mio stile. Crepe, ritmi spezzati, completamente incapace di consolare. Cominciano i figli. Che resteranno, anche al di là degli amori. Che passano. Seguono delusioni. E progetti abortiti. E spettacoli e libri. Vita sempre ai margini, bruciando di una passione al limite della depravazione. Da anni provo il Minetti di Thomas Bernhard, che un giorno debutterà. Campo, morirò. Recitando.

Biografia completa (file pdf, 1,1 Mb)

L'opera è in me e io esisto attraverso l'opera